Consulta: "Disciplina Cpr non rispetta libertà personale", Viminale: "Già al lavoro per nuova norma"

La disciplina vigente sul trattenimento nei centri di permanenza per rimpatri non rispetta la riserva di legge in materia di libertà personale, ma spetta al legislatore integrarla. Lo dice la Corte costituzionale, sottolineando che il trattenimento nei Cpr implica un "assoggettamento fisico all'altrui potere", incidente sulla libertà personale. La sentenza ha quindi ritenuto sussistente il vulnus denunciato con riguardo alla riserva assoluta di legge, in quanto la disposizione censurata reca una normativa del tutto inidonea a definire, con sufficiente precisione, quali siano i "modi" della restrizione, ovvero quali siano i diritti delle persone trattenute nel periodo, che potrebbe anche essere non breve, in cui sono private della libertà personale, disciplina rimessa, quasi per intero, a norme regolamentari e a provvedimenti amministrativi discrezionali.
"La legge istitutiva dei centri di permanenza per il rimpatrio risale al '98, ovvero alla legge Turco-Napolitano. L'odierna pronuncia della Corte costituzionale mette in luce quindi una carenza risalente nel tempo senzatuttavia mettere in discussione la legittimità dell'utilizzo dei cpr per il rimpatrio dei migranti irregolari. Sul punto gli uffici del Viminale erano già impegnati nella redazione di una norma di rango primario" fanno sapere fonti del Ministero dell'Interno.
Rai News 24